Misandria: donne che odiano gli uomini

Misandria. Sono anni ormai che mi capita di parlarne con parenti e amici che mi guardano con un’ espressione tra il sorpreso, lo stupito e l’incredulo. Ho anche pubblicato qualcosa in merito a questo sui social tempo fa ma con scarsa (per non dire nulla) attenzione. Se si tratta di misoginia succede il contrario.

Il termine misandria (dal greco μισέω misèō, “odiare”, e ἀνήρ anḕr, “uomo”) indica un sentimento ed un conseguente atteggiamento di avversione ostilità e disistima delle donne nei confronti degli uomini. (https://it.wikipedia.org/wiki/Misandria)

o anche “avversione morbosa per il sesso maschile” (http://www.treccani.it/vocabolario/misandria/)
Misandria è l’esatto contrario di misoginia.

Non è certo un termine diffuso nella nostra cultura che vede e cresce gli uomini nel concetto di forza, in cui  le “debolezze” non sono ammesse: un uomo non piange. Meglio un uomo che esprime virilità che tenerezza. Certo poi non ci si può meravigliare né lamentare se mariti o compagni sono parchi di gesti affettuosi. (Fortunatamente non è così per tutti).

L’avversione delle donne verso gli uomini è un fenomeno sociale molto più vasto di quello che ci si possa immaginare: quanti di voi avrebbero mai pensato a una situazione come questa?

Se la cultura in cui viviamo non aiuta non lo fanno nemmeno i servizi di informazione che invece si adoperano molto nel diffondere il concetto di uomo violento, che pure esiste e deve subire il giusto iter giudiziario, ma non si adoperano nemmeno per una informazione a 360°.

Spesso non entra nei dettagli di cio’ che e’ accaduto e anche se lo fa il messaggio dell’ennesimo uomo violento che ha picchiato o ucciso la moglie o fidanzata e’ gia’ arrivato. Quanti di fronte a queste notizie non ha pensato “Gli uomini sono delle bestie” o “Povere donne” o anche ” Se il mondo fosse abitato solo da donne sarebbe un mondo di pace” .

Mi spiace dover smentire queste affermazioni, sono una donna anche io, ma la violenza, fisica e psicologica, non ha genere.

Cosi’ come per la misoginia, anche la misandria e’ caratterizzata dalla violenza, piu’ psicologica che fisica, fatta di insulti, svalutazioni per tutto cio’ che l’altro fa e per cio’ che e’. Si mette in dubbio il valore personale del compagno, lo si avvilisce in mille modi e ogni occasione e’ buona. La violenza psicologica è piu’ sottile, molto piu’ difficile da dimostrare, tuttavia questo stato di cose puo’ sfociare anche nella violenza fisica, con lancio di oggetti e anche percosse. Per non parlare dei casi di stupro.

Difficile accettare questa realtà in un contesto concettuale in cui la donna = madre = colei che accoglie e cura. Questo e’ un estratto da una ricerca svolta in Italia nel 2012 (link in fondo all’articolo per leggerla per intero):

* “In percentuale simile (A3 – 60,5%) la violenza fisica risulta essere stata effettivamente messa in atto con modalità tipicamente femminili come graffi, morsi, capelli strappati. Il lancio di oggetti si attesta poco oltre il 50% (A2– 51,2%).         La voce relativa alle percosse – anche con modalità erroneamente considerate esclusive maschili, (es. calci o pugni) – coinvolge oltre la metà del campione (A4 – 58,1%). Molto inferiore risulta la percentuale (A5 – 8,4%) di chi dichiara che una donna abbia posto in essere una aggressione alla propria incolumità personale attraverso agiti violenti che avrebbero potuto portare al decesso (soffocamento, avvelenamento, ustioni, etc.).[ … ]                                                                            Nella voce “altre forme di violenza” (A7 – 15,7%) compaiono tentativi di folgorazione con la corrente elettrica, investimenti con l’auto, mani schiacciate nelle porte (in un caso nel cassetto), spinte dalle scale.”
Perche’ succede questo?

A quanto sembra non c’è differenza nel tipo di relazione che si instaura tra le due persone. Gli studi che hanno esaminato le caratteristiche delle vittime di abuso, hanno indicato dei modelli specifici nelle persone che non riescono a porre fine a un legame violento.** (per approfondire)

Indipendentemente da chi sia la vittima, l’uomo o la donna, lo stile di attaccamento dei due partner genera un tipo di legame molto forte e che è molto difficile da recidere anche quando è fonte di sofferenza fisica o psicologica. In entrambi i casi la vittima si vive come meritevole degli abusi subiti o si sente impossibilitata a uscire da questo vortice di violenza.

Le conseguenze sono sofferenze per danni fisici e psicologici anche permanenti, perchè associati non solo a una mancanza di riconoscimento del proprio valore personale ma anche di riconoscimento come vittima di abusi nel caso sia l’uomo a subire. ∞ (continua) Misandria (parte2)

Paola C.G

Link:

http://www.adiantum.it/public/news/232014112441b.pdf

http://indagine-violenzadomesticasulluomo.blogspot.it/

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2016/07/03/non-solo-donne-vittime-violenza-italia-milioni-uomini-molestati_c7s8dhD6ix4fow5Bi0ZSmO.html?refresh_ce

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/violenza-sugli-uomini-se-e-un-maschio-a-denunciare-un-abuso/1385739/

* http://www.vittimologia.it/rivista/articolo_macri_et_al_2012-03.pdf

** http://www.voxdiritti.it/stili-di-attaccamento-e-violenza-nella-relazione-di-coppia-unipotesi-di-correlazione/

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